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Autore Williams dietro il sipario
mario54

Reg.: 20 Mar 2002
Messaggi: 8838
Da: nichelino (TO)
Inviato: 06-05-2002 16:24  
Nel cosiddetto retroscena cinematografico, durante le riprese del film: “Un tram che si chiama desiderio” del 1951, Tennessee Williams si trovava lì presente sul set di produzione in funzione di “commediografo”. Fonti ritenute certe… descrivono che egli apparve al pubblico, inquadrato dalla cinepresa girato di spalle. Tale scrittore per l’occasione indossava un vestito (estivo) di colore “ bianco”
In quell’istante scenografico Blanche disse al proprio fidanzato Mitck, le fatidiche parole chiave del romanzo di Williams: “Morte! … L’opposto… è Desiderio!”. Poi essa nella penombra della stanza, si sollevò lentamente dalla poltrona ed andò con passo tremolante… verso la finestra del soggiorno. Corrente scrittore durante quella tarda nottata, apparve sullo sfondo stradale adiacente a tale finestra.
Almeno in ambito di decenza funebre, forse era più lecito che Williams si sarebbe adeguato per tale circostanza nel vestirsi di nero; ma dato l’oscurità notturna era l’unica soluzione plausibile per essere meglio identificato dal pubblico.
A questo punto: (Scusate la rima) … - Al dramma e alla tragedia, … si unisce la COMMEDIA! - Il tutto fu dimostrato in modo particolare quando Blanche Dubois durante un triste pomeriggio “piovoso si trovava a casa di sua sorella Stella.
In base alla nuova trasposizione letteraria dell’Autore , codesta donna fu trafitta da una fortissima sbornia di lacrime. Perfino i vetri di quella finestra rimasero completamente “appannati” … dalla sua dirompente, umida, afflizione.
In tale condizione Blanche sembrava proprio una sorta (d’idrante umano); dove la pioggia esterna rappresentava solo un pretesto forzato alla sua commovente disperazione…
Essa poi disse:
“ I deboli… per ottenere favori dalla gente, devono sempre essere gentili ed attraenti; … ed io oramai, “appassisco”…! Qui si può benissimo notare come Blanche Dubois si sentiva raffigurata in quel momento ad una “rosa” avvizzita. Lei mediante il proprio gemito esistenziale, avrebbe voluto annaffiare i suoi petali carnali appassiti dal tempo.
Essa inoltre cercava disperatamente attraverso le sue copiose lacrime di allontanare le proprie colpe, … al fine di purificare il suo debole Spirito. Purtroppo la sua fragile anima indubbiamente corrotta!… Era già da qualche tempo intrappolata, da “troppe” smoderate tribolazioni.
Williams, sotto alcuni aspetti la vedeva simbolicamente come una donna impossessata dal “Demonio”.
L’Autore qui presente, esaminati i contenuti in questione la ritiene più che altro: una povera vittima imprigionata dall’alcol; rimasta di conseguenza travolta delle proprie passioni istintive. A simile proposito si può denotare benissimo come il qui presente, ha voluto trasformare a modo suo il dramma in commedia. In questa sua rappresentazione lo scopo è di dare al pubblico, un’ulteriore azione tangibile di pensiero letterario. Il fine rappresentativo è anche quello di mostrare ai lettori, per lo più in chiave umoristica, l’ambivalenza espressiva che si può creare mediante qualsiasi recitazione teatrale, o cinematografica.
Williams poneva spesso un suo singolare accento letterario, verso i frangenti drammatici, di pianto femminile, associandoli agli eventi temporaleschi. La consistente corposa pioggia, accompagnata dalle lacrime delle medesime, sembrava il binomio perfetto alle sue letterarie. Invece per il pianto maschile d’uomini sedotti ed abbandonati, lo preferiva in luoghi solitari; … (tolta qualche eccezione): possibilmente ubriachi!
I forti temporali estivi erano per Williams l’argomento più gettonato; giacché i medesimi esprimono la forza gigantesca e straordinaria della natura.
I temporali hanno da sempre generato nell’uomo la consapevolezza del ritorno al suo stato primitivo. Egli gia in tempi più remoti si riparava alla meglio nei rifugi delle caverne naturali. Qui l’uomo, osservando i bagliori dei lampi, con lo scandire della pioggia percepiva l’essenza Spirituale di Dio, e della propria vita. Naturalmente ciò in lui creava tristezza ed angoscia; - indi cercava consolazione in sentimenti affettivi a lui cari che potessero rigenerare in qualche modo la propria vita, dando luce a nuove, future, generazioni.
*****
Nel ritornare alla nostra Blanche DuBois di Williams, essa mente esplicitamente a tutti, perfino a se stessa; dicendo apertamente attraverso le proprie testuali parole: “Dopo tutto il fascino femminile è per metà illusioni”!…
A questo punto rimane superfluo aggiungere: che lei su di simili illusioni, … radicò il proprio destino esistenziale.
Mediante il pensiero di Williams, si può intravedere chiaramente incarnato in lei, anche il mitico personaggio greco di “Pandora”. A differenza di questa… Blanche Dubois nasconde i suoi mali dentro un affascinante e fragilissimo vaso di vetro.
In conformità ai violenti contenuti: per lo più di matrice sessuale, tale Opera letteraria dal secondo dopo guerra fino ad oggi è stata ispirazione per parecchie rappresentazioni teatrali in quasi tutto il mondo.
Nel trasportare simile personaggio in tempi più moderni si può denotare ancora oggi come “alcuni uomini” senza sorta di scrupoli “morali”, cercano e mirano sopratutto, a questo genere di donna psicologicamente vulnerabile.
Si può anche intravedere in corrente condizione… come Blanche appaia quasi del tutto carente di mezzi caratteriali “autodifensivi”. Qui Williams ha voluto certamente mostrare al pubblico in chiave drammatica, la fragilità emotiva del genere femminile.
Il Cinema statunitense ebbe grande interesse di rilievo nei confronti di corrente romanzo, creandone nel tempo tre distinte pellicole per il pubblico. Le prime due, filtrate massicciamente dalla “Censura” americana dell’Epoca.
Nel condurre siffatti crudi contenuti caratteriali sul grande schermo, appaiono pure annullate le svariate visioni mentali inerenti ad un mondo progressista di natura tecnologico. Il motivo principale di tale decisione e dovuta al fatto che quest’opera fu concepita da Williams attraverso un’ottica tangibilmente teatrale.
I caratteristici luoghi di corrente romanzo rimangono tuttavia aderenti alla propria Epoca d’appartenenza. I suoi ambivalenti personaggi sono racchiusi ed incorniciati con arte, in un vecchio mondo di quartiere “Sud americano” di New Orleans isolato a parte. Tale mondo è inteso palesemente a manifestare il confine degli oppressi e degli emarginati sociali.
Essi vivono imprigionati nel suo interno, in modo a dir poco bestiale. In simili condizioni prevale la forza istintiva animalesca sulla ragione! Qui l’Anima di questi poveri Cristi appare molto nitida; poiché il loro involucro protettivo è alquanto trasparente. Essi producono rumorosamente fracasso; … allo scopo di fare percepire agli altri che sono ancora vivi!
Sotto questo punto d’osservazione appare evidente, l’attinenza connessa da Williams al suo precedente romanzo scritto nel 1944 intitolato: “Lo Zoo di Vetro”.
In questa narrazione letteraria si mettono a nudo gli istinti umani più repressi, … in loco si parla anche di una ragazza zoppa socialmente emarginata, un fratello poeta incompreso, e una madre che viveva totalmente immersa, e frastornata, nei ricordi del proprio passato.


[ Questo messaggio è stato modificato da: mario54 il 06-05-2002 alle 16:31 ]

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 07-05-2002 02:30  
beh più lungo di me.....io ti ho letto...ma posso chiederti perchè hai scritto tutto questo? è una ricerca che hai fatto?
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mario54

Reg.: 20 Mar 2002
Messaggi: 8838
Da: nichelino (TO)
Inviato: 07-05-2002 08:42  
Si è una ricerca in merito alla censura cinematografica tratta dal romanzo di Tennessee Williams

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mario54

Reg.: 20 Mar 2002
Messaggi: 8838
Da: nichelino (TO)
Inviato: 07-05-2002 10:12  
Bisognerebbe dare molta importanza anche alla letteratura teatrale, che avvolte si esprime nel mondo cinematografico

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mario54

Reg.: 20 Mar 2002
Messaggi: 8838
Da: nichelino (TO)
Inviato: 07-05-2002 13:49  
Be...Adesso mi sposto da un'altra parte qui non c'è più nessuno!!

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